Cavour, con la sua storia millenaria e le particolarità ambientali, può considerarsi a tutti gli effetti un “museo a cielo aperto”. L’Abbazia di Santa Maria e la Rocca ne sono le componenti principali e dal 1980 sono parte integrante delle aree protette piemontesi.
Si colloca nel 1037 la fondazione dell’Abbazia dedicata a Santa Maria per volontà del Vescovo di Torino Landolfo, sorta sullo stesso sito ai piedi della Rocca dove vi era il Forum Vibii Caburrum.
Governata da oltre quaranta abati, soprattutto benedettini, l’Abbazia visse secoli di gloria, contribuendo anche alla crescita ed allo sviluppo dell’agglomerato urbano di Cavour. Alle soglie del XIV secolo iniziò una lenta decadenza, culminata con la distruzione da parte dei Francesi di Lesdiguieres nel 1592. La ricostruzione avviata nel XVIII secolo seguì i canoni barocchi, con l’inserimento di stucchi e decorazioni quasi del tutto perduti, e comportò una notevole riduzione dell’edificio rispetto all’originale: la chiesa infatti era suddivisa originariamente in tre navate e inglobava anche l’odierno porticato.
Dopo decenni d’abbandono, l’Abbazia rappresenta attualmente una splendida testimonianza di recupero artistico e funzionale di un edificio che è parte fondamentale del patrimonio storico e monumentale di Cavour e che si distingue per la presenza nella cripta della chiesa del più antico altare conservato nel panorama piemontese.