Toiano, il borgo abbandonato in Toscana dove storia e leggende creano un’atmosfera unica

Nel cuore della Toscana, non lontano da Pisa, c’è un borgo che sembra aver messo in pausa il tempo, col silenzio che si fa quasi tangibile. Toiano si adagia su una collina di tufo, circondato da un paesaggio segnato da calanchi profondi: un’ambientazione naturale fuori dal comune. Oggi, questo villaggio praticamente deserto racconta senza parole una vita passata. È un luogo dove storia e natura si intrecciano, offrendo a chi passa di lì un’esperienza fuori dai soliti itinerari turisticI. Chi vive in città nota come certi posti restituiscano una sensazione di fuga dal caos, una pausa per riflettere su come uomo e territorio si siano sempre guardati negli occhi.

Non è una novità che Toiano venga segnalato tra i “luoghi del cuore”, quelli da salvaguardare, sostenuto da associazioni che proteggono bene il patrimonio storico. Le origini? Nel Medioevo, un’epoca di combattimenti e continui cambiamenti: tutto ciò si legge ancora nelle mura silenziose e nelle strade spoglie del borgo. L’antico aspetto di Toiano ha un suo fascino, specie per chi si interessa a insediamenti rurali e al lento logorio che molti hanno patito col passare degli anni.

Le origini e il declino di un borgo medievale

All’inizio, Toiano nacque probabilmente come presidio militare, in un periodo alto-medievale denso di rivalità. Le città potenti di Pisa, Lucca e Firenze lo volevano sotto controllo: un nodo strategico, insomma. Il borgo si sviluppò intorno a un piccolo castello fortificato, con un accesso principale che un tempo montava un ponte levatoio. Oggi è un ponte in muratura a fendere quel passaggio. Lungo la Via del Castello, strada principale di circa cinquanta metri, si concentrava la vita: case e botteghe, necessarie per una comunità che campava di agricoltura e scambi locali, una realtà semplice ma vitale.

Nel XIX secolo, Toiano conta circa 500 abitanti: un boom per il borgo. Poi, la svolta: nella seconda metà del secolo cominciò il lento esodo, dovuto a cambiamenti sociali ed economici. Il boom industriale nelle pianure – su tutte Pontedera con la sua meccanica – stuzzicava molti con la promessa del lavoro. L’agricoltura, un tempo base indiscussa, non dava più da vivere. Un problema serio fu anche il terreno tufaceo, delicato, esposto all’erosione che complicava la vita: case a rischio, paesaggio che si sgretola. Nel Novecento, dopo la Seconda guerra mondiale, la popolazione calò in modo continuo, fino a lasciare il borgo quasi vuoto. Oggi, chi vi passa nota subito il silenzioso declino, tra pietre cadenti e finestre che guardano il cielo.

Toiano, il borgo abbandonato in Toscana dove storia e leggende creano un’atmosfera unica
Strade e ruderi di Toiano: la natura si riappropria del borgo toscano, un tempo vivace, oggi silenzioso. – abbaziasantamaria.it

Il patrimonio architettonico e il mistero che avvolge il borgo

Visitare Toiano richiede poco tempo, ma è un’esperienza intensa. Attraversare il ponte in muratura conduce direttamente alla strada principale. Da lì si apre uno sguardo spettacolare sui calanchi circostanti – pareti verticali ed energiche, frutto dell’erosione millenaria dell’argilla. Un panorama quasi surreale, denso di memorie antiche e sensazioni forti.

All’ingresso, i resti della Pieve di San Giovanni Battista risalgono all’XI secolo: oggi rudere sconsacrato. Il borgo si presenta come un castello a cielo aperto. Le case in pietra, molte transennate per motivi di sicurezza, mostrano chiaramente l’abbandono: porte che si aprono nel vuoto, finestre spoglie che incorniciano un cielo limpido. Qualche dimora è stata recuperata parzialmente e viene usata saltuariamente, segno che quell’abbandono potrebbe non essere definitivo.

Tra le storie più raccontate c’è quella di Elvira Orlandini, detta la “bella Elvira”. Nel giugno 1947 il suo corpo fu trovato in un bosco vicino al paese: evento che scosse la regione e attirò i media dell’epoca. Il processo che ne seguì finì con l’assoluzione del fidanzato per mancanza di prove: il caso rimane aperto. Ancor oggi si dice che il fantasma di Elvira – vestito di rosso – appaia tra le rovine, aggiungendo mistero e tenendo vivo il ricordo dentro e fuori la comunità.

Paesaggio unico e consigli per visitare Toiano

C’è chi si ferma a guardare i calanchi: conformazioni affilate, nate dall’erosione delle colline. Queste pareti verticali conferiscono a Toiano un’atmosfera quasi drammatica e lo rendono raro in Toscana. Al tramonto poi, lo spettacolo si fa unico: i giochi di luce esaltano i toni della terra, dal rosso al beige, regalando sensazioni difficili da trovare altrove.

Raggiungere il borgo richiede una certa accortezza. Sotto il comune di Palaia, in provincia di Pisa, è accessibile soprattutto in auto. La strada d’accesso è stretta, in parte sterrata e in salita leggera. Si consiglia di lasciare la macchina prima del ponte e proseguire a piedi. Molti edifici sono instabili e pericolanti: serve rispettare indicazioni e non entrare nelle case abbandonate, perché è un rischio reale. Inoltre, dentro il borgo non ci sono negozi o punti di ristoro. E allora, in estate, acqua e qualche provvista in zaino sono una buona idea.

Toiano rimane così un piccolo borgo sospeso, un equilibrio fragile tra passato e natura, che invita a una visita attenta e rispettosa. Chi decide di esplorarlo spesso unisce la scoperta ad altri centri storici della zona – come Palaia, Villa Saletta o Volterra – luoghi ricchi di testimonianze archeologiche e artistiche. Chi conosce bene queste terre sa quanto valga la pena variare gli itinerari per scoprire la complessità e il senso dei borghi abbandonati italiani: ogni pietra lì racconta una storia intensa, magari dimenticata ma mai spenta.

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