Un vento impetuoso ha causato danni a una Statua della Libertà alta 40 metri, ma niente paura: non si tratta del celebre monumento di New York. È accaduto a Guaíba, poco fuori Porto Alegre in Brasile, dove raffiche di vento fino a 90 km/h hanno sradicato la parte superiore di una delle tante copie della statua sparse nel mondo. Per fortuna, nessuno è rimasto ferito. I guai però sono seri: solo la base è rimasta intatta. Colpisce un fatto spesso ignorato – la Statua della Libertà non è un esemplare unico. Ci sono infatti circa 300 repliche, soprattutto in America e in Europa, ognuna con le sue peculiarità e storie particolari.
Non si tratta soltanto di varianti di stile o dimensioni. Molte di queste statue nascono da interpretazioni locali del simbolo, portando con sé significati culturali e storici importanti. Parliamo di legami concreti con valori come libertà e democrazia. Chi abita in varie città può non notare questa pluralità, ma basta soffermarsi un attimo per capire quanto valgano davvero. Ognuna racconta qualcosa a chi guarda, molto di più di un semplice ornamento urbano.
La statua tra Milano e l’Europa: una curiosità sorprendente
Sulla facciata del Duomo di Milano c’è una scultura che ricorda parecchio la Statua della Libertà, anche se ufficialmente non è una copia. Nota come “La Legge Nuova”, fu realizzata nel 1810 da Camillo Pacetti, quindi parecchio prima che Lady Liberty facesse il suo debutto a New York. La figura femminile regge una fiaccola e si ispira a uno stile simile a quello del francese Bartholdi, creatore della statua americana. Ecco la domanda: potrebbe questa opera milanese aver dato uno spunto? Non c’è conferma, ma tanti ci credono.
Milano si rivela così un punto chiave per capire come si è diffuso questo simbolo, un vero ponte fra Europa e America basato su un’immagine dall’impatto universale. Intanto, lontano dalla vecchia Europa, a Tokyo – sull’isola artificiale di Odaiba – una Statua della Libertà trova posto dal 1998. Fu posizionata per un evento culturale fra Francia e Giappone ed è diventata ormai un elemento iconico del paesaggio urbano. Lo skyline futuristico dietro fa da contorno perfetto.
Quelle repliche stanno lì a dimostrare come la Statua della Libertà abbia superato ogni barriera nazional-culturale, diventando un fenomeno globale. Chi vive in città spesso la nota solo in certi momenti, tipo in inverno, quando le ore di luce calano e il monumento si fa più intenso sotto l’effetto delle luci notturne.

Riproduzioni significative: dai materiali originali alle vittorie storiche
Il legame con la Francia – patria di Bartholdi – porta a Parigi, dove ci sono diverse repliche, fra cui quella sull’Île aux Cygnes. Alta 11 metri, fu donata dalla comunità americana nel 1889, per celebrare il centenario della Rivoluzione francese. Curiosità: la statua guarda verso ovest, proprio in direzione di New York. Un gesto simbolico di ponte fra due continenti.
Passando a Colmar, il luogo natale dello scultore, si trova una replica alta 12 metri inaugurata nel 2004. Qui la Statua diventa un segno delle radici europee dell’opera. C’è anche un particolare interessante sui materiali: il rame originale usato nella versione americana proveniva da Visnes, una miniera in Norvegia. Ebbene, anche qui c’è una copia, a testimoniarne il legame materiale – e non solo – fra posti lontani.
Spostandoci in Sud America, a Buenos Aires, c’è un’altra replica di circa 3 metri, unica nel suo genere. Bartholdi stesso la realizzò con lo stampo usato poi per il più famoso modello newyorkese. Inaugurata nel 1888, due anni prima della statua finale, rappresenta una specie di prova decisiva nella produzione, una tappa fondamentale del percorso.
Arrivando in Inghilterra, a Leicester, la Statua si trova in mezzo a una rotonda stradale. Risale al 1919, creata dopo che i responsabili di un’azienda locale erano stati a New York. Tiene botta anche grazie a un restauro fatto nel 2008. Oggi è un simbolo identitario sentito, anche se il contesto pare insolito – ecco, meno istituzionale ma con tanto valore.
Le tante repliche della Statua della Libertà ci parlano di intrecci profondi fra storia, cultura, identità e materiali. Aspetti che spesso sfuggono, ma che raccontano una storia più complessa e sfaccettata di quel che appare a una prima occhiata.