Legge di Bilancio 2026: raffica di bonus e novità fiscali per mamme, papà e figli in arrivo

Una mamma scende dal tram con il passeggino, un papà prova a conciliare riunioni e compiti: sono immagini comuni nelle città italiane che la nuova manovra tenta di alleggerire. La Legge di Bilancio 2026 mette al centro le famiglie con un pacchetto di interventi che toccano tasse, servizi e misure di sostegno diretto. Qui spieghiamo, con ordine e senza eccessi, cosa cambia per chi ha figli a carico, per i genitori separati e per chi assiste familiari fragili.

Le misure principali

Il testo bollinato della manovra prevede una serie di misure pensate per sostenere la natalità e il nucleo familiare. Tra le novità più visibili c’è la conferma e l’incremento della Carta Dedicata e del sostegno al reddito alimentare per le famiglie più fragili; uno strumento che i Comuni e i servizi sociali potranno usare per spese primarie. Cambia anche l’assetto dell’Assegno Unico Universale: è prevista una revisione degli importi e una rimodulazione dei criteri di accesso, con interventi che riguardano la recalibrazione dell’ISEE (incluso il valore della casa e le scale di equivalenza).

La Manovra introduce poi sgravi e bonus fiscali mirati, insieme a misure per ridurre l’IRPEF su alcune fasce; il fine è aumentare la capacità di spesa delle famiglie con figli. Restano confermati strumenti già noti, come la Dote famiglia e la Carta per i nuovi nati, oltre ai vantaggi per gli studenti e ai bonus per figli con disabilità. Un dettaglio che molti sottovalutano: alcuni aiuti sono vincolati al nuovo calcolo ISEE, quindi l’effetto pratico può variare molto da nucleo a nucleo.

Vengono mantenuti i limiti sui fringe benefit per i nuclei con figli e rinnovate le detrazioni in dichiarazione dei redditi. L’Assegno di Inclusione viene potenziato e potrà essere rinnovato senza interruzioni dopo 12 mesi in certi casi. Confermati anche il bonus nido e il bonus per figli con disabilità, insieme a maggiori fondi per l’inclusione scolastica.

Lavoro, congedi e tutele per i genitori

La manovra interviene in modo chirurgico sulle condizioni di lavoro dei genitori. È previsto un part time agevolato per chi ha almeno tre figli conviventi: il genitore può chiedere la trasformazione del contratto con una riduzione d’orario minima del 40% fino al decimo anno del figlio più piccolo, e senza limiti se uno dei figli è disabile. Questo strumento dovrebbe facilitare la permanenza nel mercato del lavoro, soprattutto per le madri.

Legge di Bilancio 2026: raffica di bonus e novità fiscali per mamme, papà e figli in arrivo
Una donna lavora al laptop, simbolo della necessità di conciliare vita professionale e personale, tema centrale della manovra. – abbaziasantamaria.it

Per le sostituzioni durante la maternità, i contratti a termine potranno essere prorogati con un periodo di affiancamento sino al primo anno di vita del bambino; un elemento che i tecnici giudicano utile per la continuità dei servizi nelle aziende. Altra misura pratica: il bonus per le mamme lavoratrici passa da 40 a 60 euro per chi ha due o più figli, mentre restano in vigore i sostegni specifici per le dipendenti pubbliche e gli incentivi all’assunzione delle neo-mamme.

Sul fronte delle tutele retributive, l’indennità per il congedo parentale sarà aumentata per i lavoratori dipendenti; i permessi per la malattia dei figli salgono a 10 giorni retribuiti all’anno per ciascun genitore, ma con la regola che non possono essere fruiti contemporaneamente dalla madre e dal padre (misura che in molti ambiti pratici richiederà accordi in famiglia). Inoltre l’età del figlio fino alla quale si può usare congedo e permessi viene estesa da 12 a 14 anni.

Non mancano aiuti mirati: sgravio contributivo per l’inserimento lavorativo di donne vittime di violenza e incentivi per chi assume neo mamme. Un fenomeno che in molte città si osserva con attenzione è il bisogno di flessibilità oraria per chi ha bambini piccoli; queste misure provano a rispondere proprio a quella necessità.

Tempistiche, fondi e l’impatto su chi è in difficoltà

Se confermate nella versione finale della legge, molte disposizioni entreranno in vigore dal 1° gennaio 2026. Il Parlamento ha un termine per l’approvazione del testo, ma le norme operative saranno comunicate dagli enti competenti e dagli uffici fiscali con circolari e decreti attuativi. Tra le misure finanziate spicca l’istituzione del Fondo per i Caregiver Familiari, con una dotazione iniziale modesta nel primo anno e risorse crescenti negli anni successivi: servirà a sostenere chi assiste un familiare con disabilità e a riconoscere formalmente questo ruolo.

Viene introdotta anche la Carta Valore per i diplomati, uno sgravio destinato ai neo diplomati under 19 da spendere in attività culturali e formative dall’anno successivo al conseguimento del titolo. Sono previsti ulteriori stanziamenti per l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità e per i genitori separati in difficoltà, con un contributo per le spese abitative quando si è costretti a sostenere due case: è un risvolto pratico pensato per casi estremi, dove si registrano situazioni di forte fragilità economica.

Il quadro rimane però in evoluzione: durante l’esame parlamentare possono emergere integrazioni o modifiche. Un aspetto che sfugge spesso a chi vive in città è che l’applicazione locale degli aiuti dipenderà molto dai servizi territoriali e dalla compilazione dell’ISEE. Per molte famiglie, l’effetto reale sarà determinato dall’intersezione tra norme nazionali, capacità amministrativa locale e condizioni economiche del nucleo.

Il risultato pratico potrebbe essere una riduzione dei costi diretti per chi cresce figli e una maggiore protezione per i caregiver, ma anche una complessità amministrativa che richiederà informazione e assistenza per ottenere i benefici.

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