Nel cuore delle Dolomiti Bellunesi, un percorso di trekking cattura ogni anno l’attenzione di escursionisti e appassionati di montagna. Stiamo parlando dei Cadini di Misurina, un gruppo roccioso noto per le sue guglie aguzze e per un punto panoramico che regala una vista diretta su un paesaggio unico nel suo genere. Il sentiero più semplice per raggiungere questa visuale si sviluppa partendo dal Rifugio Auronzo e alterna tratti esposti a spazi aperti con panorami spettacolari sulle cime circostanti. Questo ambiente, apprezzato sia dai principianti che dai camminatori esperti, offre un’esperienza che combina natura aspra, paesaggi sorprendenti e accessibilità.
Cosa sono i cadini di Misurina e perché attirano così tanto interesse
I Cadini di Misurina sono un sottogruppo delle Dolomiti di Sesto, situati a nord-est di Cortina d’Ampezzo nella provincia di Belluno. Il nome “Cadini” deriva dal dialetto locale e significa “catini” o “piccole conche”, a indicare la particolare morfologia delle rocce che si presentano come guglie appuntite, torri e forcelle. Questo tipo di conformazione crea un paesaggio aspro e selvaggio che ha conquistato l’interesse di escursionisti e fotografi da tutto il mondo. Un elemento che ha contribuito alla notorietà recente della zona è proprio un belvedere molto fotogenico, spesso condiviso sui social e paragonato a scenari fantasy famosi, in particolare quelli che ricordano il territorio oscuro del “Mordor” descritto in Il Signore degli Anelli.
Ma la fama dei Cadini non si limita a questo singolo punto. L’intero massiccio è percorso da sentieri storici come l’Alta Via n. 4 e il Sentiero Bonacossa che, durante l’escursione, offrono viste panoramiche sul gruppo delle Tre Cime di Lavaredo, sul Sorapiss e sul Cristallo. Chi frequenta queste montagne sottolinea come l’esperienza sia completa: spazi naturali crudi, con un’alternanza di scorci ampi e vallate nascoste. Inoltre, la zona è accessibile a diverse tipologie di escursionisti, che trovano nel territorio un giusto equilibrio tra sfida e comfort. Ostacoli e difficoltà esistono, ma sono bilanciati da sentieri ben mantenuti e strutturati.

Come affrontare il percorso al punto panoramico partendo dal rifugio Auronzo
Il percorso più conosciuto per raggiungere il punto panoramico dei Cadini di Misurina parte dal Rifugio Auronzo, un punto di partenza frequentato anche da chi si dirige alle Tre Cime di Lavaredo. L’itinerario si sviluppa lungo il sentiero CAI 117, parte del Sentiero Bonacossa, e richiede generalmente tra i 60 e i 120 minuti per un tragitto di andata e ritorno. La lunghezza complessiva è intorno ai 3,2 km, con un dislivello positivo di circa 210 metri. Grazie a queste caratteristiche, il sentiero è alla portata di chiunque abbia una preparazione fisica di base e non soffra di vertigini, anche se alcuni tratti stretti e ben esposti richiedono una certa attenzione.
Dalla grande area di parcheggio del Rifugio Auronzo si prende il sentiero proprio davanti al rifugio, evitando l’imbocco per le Tre Cime. La prima parte alterna saliscendi moderati, fino al bivio dove è possibile scegliere tra due varianti che portano allo stesso belvedere: quella di destra, meno ripida, è preferibile per chi cerca un tratto più agevole. Successivamente il sentiero si restringe e costeggia un pendio erboso esposto, dove si richiede prudenza. Questo passaggio può rappresentare un elemento di difficoltà per chi non ha familiarità con percorsi panoramici e sospesi a strapiombo.
Superata la salita di 30-40 minuti si raggiunge una piccola sella, dalla quale si stacca una breve deviazione sulla sinistra che conduce al promontorio roccioso panoramico. Da qui, la vista si apre sulle guglie dei Cadini e, tornando indietro con lo sguardo, si può ammirare la parete sud delle Tre Cime di Lavaredo, un’immagine simbolo del territorio. Una peculiarità poco nota a chi vive in città è come lo spazio e l’orizzonte aperto delle montagne influenzino la gestione della fatica fisica e mentale durante la camminata, offrendo anche una dimensione psicologica importante agli escursionisti.
Opzioni più impegnative e consigli per organizzare la gita
Chi desidera un’esperienza più tecnica e lunga può scegliere di affrontare il Sentiero Bonacossa nella sua interezza, una traversata attrezzata che collega il Rifugio Col de Varda al Rifugio Auronzo attraversando tutto il gruppo dei Cadini da sud a nord. Questa via, classificata come EEA (Escursionisti Esperti Attrezzati), prevede tratti dotati di cavi metallici, scalette e ponti, che richiedono obbligatoriamente l’uso di casco, imbrago e dissipatore e una preparazione sia fisica che mentale adeguata. Il tempo stimato per completare la traversata è vicino alle sei ore, un’esplorazione che mette alla prova la resistenza e le abilità di orientamento, accompagnata da panorami impegnativi ma molto gratificanti.
Un’alternativa interessante è proposta dall’anello che passa per il Rifugio Fratelli Fonda Savio, posizionato a 2.367 metri di altitudine e raggiungibile dal Lago d’Antorno con un dislivello di circa 500 metri in circa un’ora e mezza di cammino. Da qui, la vista sulle Tre Cime di Lavaredo è ugualmente suggestiva. Escursionisti ben allenati possono combinare questo percorso con tratti del Sentiero Bonacossa per completare un anello più vario o rientrare verso il Rifugio Auronzo.
Per chi ha esperienza e preparazione tecnica avanzata, il Sentiero Durissini rappresenta una delle traversate più impegnative nella zona, con otto forcelle e un dislivello consistente. Questo tipo di cammino richiede una perfetta conoscenza del territorio, capacità di orientamento e attrezzatura completa, inclusi casco e kit da ferrata.
Per organizzare la gita è importante pianificare gli spostamenti fino al Rifugio Auronzo, in particolare tenendo conto della grande affluenza estiva. La strada a pedaggio da Misurina costa generalmente tra i 30 e i 40 euro e limita il numero di veicoli disponibili nei parcheggi. Come alternativa più sostenibile, si può utilizzare l’autobus di linea da Misurina o Dobbiaco. Escursionisti esperti possono inoltre salire a piedi dal Lago d’Antorno o da Misurina, ma la salita è impegnativa con un dislivello di circa 600 metri.
Il periodo migliore per affrontare questi sentieri va da metà giugno a fine settembre, quando la neve è assente e i rifugi sono aperti con servizi regolari. Chi frequenta queste montagne sa che l’autunno, nonostante i colori intensi, può presentare rischi legati a neve tardiva o ghiaccio, specialmente in quota. Per questa ragione, anche il sentiero più semplice richiede abbigliamento adeguato a strati, scarponi robusti, acqua, crema solare e bastoncini da trekking. Nei percorsi attrezzati, invece, il kit da ferrata diventa indispensabile per la sicurezza.
Nei dintorni sono frequenti le soste presso il Lago di Misurina, ideale per un momento di relax, o ulteriori passeggiate verso le Tre Cime di Lavaredo. Chi vuole esplorare alternative meno battute può prendere la seggiovia del Col de Varda, da cui si dipartono sentieri meno affollati, come quello che porta al Rifugio Città di Carpi. Un aspetto che emerge chiaramente a chi osserva con attenzione è il modo in cui questa zona combina la durezza di un ambiente naturale rigido con un sistema di servizi turistici ben calibrato, offrendo così una esperienza equilibrata e apprezzata nel panorama delle Dolomiti.