Durante la stagione di punta nei luoghi turistici italiani, un problema piuttosto comune riguarda l’impossibilità per parecchie aziende di trovare alloggi adeguati e accessibili per i propri dipendenti, soprattutto per quelli stagionali. Negli ultimi tempi, proprio per affrontare questa situazione, è stato introdotto un nuovo strumento economico rivolto alle imprese del turismo e della ristorazione: l’idea è facilitare l’accesso a sistemazioni abitative meno onerose per chi lavora nel settore. Dal 21 novembre 2025 sarà possibile richiedere un bonus affitto, pensato proprio per abbattere i costi delle locazioni per il personale impiegato nei comparti turistici.
Un tema spesso sfuggito ai radar è che questo aiuto non alleggerisce solo il bilancio aziendale rispetto alle spese per l’alloggio, ma tende a garantire una maggiore stabilità abitativa ai lavoratori, un particolare di non poco conto specialmente dove il lavoro è stagionale e poco prevedibile. In pratica, parliamo di un intervento – inserito nel cosiddetto Decreto Staff House – che coinvolge aziende di tutte le dimensioni attive nel turismo e nella ristorazione alimentare. Insomma, un segnale che nelle politiche pubbliche il problema delle case legate al turismo sta guadagnando attenzione.

Come funziona il bonus affitto per il settore turistico
Il bonus si basa su contributi dati alle imprese che offrono alloggi a prezzi ribassati per i propri dipendenti. Scendendo nei dettagli, si può ottenere fino a 3.000 euro l’anno per ogni posto letto, ovviamente a condizione che il canone sia almeno del 30% inferiore rispetto al prezzo di mercato. La durata richiesta? Un minimo di cinque anni, che possono arrivare anche a dieci, perché l’idea è assicurare continuità nell’offerta di sistemazioni economiche.
Gli immobili ammessi possono essere in numero variabile, a patto che si trovino nella stessa provincia della struttura turistica o entro un raggio di 40 chilometri. Non sorprende come, in città – dove la mobilità fa parte della routine – questa limitazione geografica venga spesso sottovalutata. In realtà, serve a mantenere un legame diretto tra residenza e lavoro, evitandosi insopportabili spostamenti giornalieri per i lavoratori.
Per accedere al bonus, ogni spesa deve risultare tracciabile: serve copia del contratto di locazione e fatture quietanzate, il tutto in linea con la proposta economica allegata alla domanda. La piattaforma per la richiesta funziona a sportello, e i fondi vengono assegnati secondo un punteggio: premiano chi mette a disposizione un maggior numero di alloggi e dimostra una capacità concreta nell’assicurare posti letto ai dipendenti.
Per finanziare il progetto sono stanziati 22 milioni di euro all’anno per il triennio 2025-2027. Le richieste eccedenti vengono sospese, in attesa di eventuali economie o di un possibile incremento delle risorse. Possono fare domanda tutte le aziende regolarmente attive secondo le norme vigenti nel settore turistico e della ristorazione.
Chi può accedere e come presentare la domanda
In particolare, il bonus si rivolge alle imprese del turismo e della ristorazione che intendono dare un supporto concreto ai lavoratori offrendo loro alloggi a canone ridotto. La platea comprende alberghi, residence, agriturismi e vari locali dedicati alla somministrazione di cibo e bevande. Sono interessati sia i dipendenti a tempo indeterminato sia quelli assunti stagionalmente o tramite somministrazione, che rappresentano una parte rilevante della forza lavoro nel nostro settore turistico.
La domanda va inoltrata solo tramite la piattaforma telematica ufficiale, dove le imprese si identificano con strumenti digitali come SPID, CIE o CNS. È previsto un tempo preliminare per il pre-caricamento della domanda, così da inserire e perfezionare i dati prima dell’apertura effettiva dello sportello: un dettaglio non da poco, se si vuole agire rapidamente e senza intoppi.
Lo sportello online sarà attivo dal lunedì al venerdì, dalle 10:00 alle 17:00, nel periodo che va da metà novembre a metà dicembre 2025. Date e orari piuttosto stretti, quindi serve farsi trovare pronti per evitare di perdere l’occasione a causa di ritardi o documenti mancanti.
Le domande non accolte immediatamente finiscono in lista d’attesa, sperando in aperture future o in risorse residue. Nell’insieme, il bonus rappresenta un tentativo concreto di risolvere uno dei problemi più evidenti del turismo in Italia: la mancanza di alloggi accessibili per chi lavora nel settore. Problema che, come si può immaginare, pesa non poco sulla stabilità occupazionale e sulla qualità della vita nelle aree interessate.