Da qualche tempo le istituzioni italiane puntano con attenzione a monitorare i pagamenti delle pensioni agli italiani che vivono all’estero. Il punto è questo: assicurarsi che la pensione mensile arrivi davvero a chi è vivo, evitando così – cosa non rara – casi di irregolarità nei flussi previdenziali. Dietro a questa macchina complessa, c’è Citibank NA, che si occupa di controllare e garantire che gli assegni escono dai confini nazionali solo verso i destinatari realmente presenti.
Il programma di verifica per il biennio 2026/2027 segue una prassi ormai ben rodata. La platea viene divisa in due gruppi geografici distinti, così da velocizzare i tempi e dare a ogni pensionato almeno quattro mesi di tempo per inviare la documentazione richiesta. Si parte dagli italiani residenti in zone come Americhe, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, Europa orientale e quelli che confinano con l’Italia. Le prime comunicazioni arriveranno a marzo 2026 e il termine ultimo per la consegna dei documenti sarà metà luglio. Per chi abita altrove, le indicazioni arriveranno in seguito, senza fretta.
Un dettaglio da non sottovalutare è cosa succede se non si risponde. Mancata prova dell’accertamento di esistenza in vita nei tempi stabiliti? L’INPS può disporre che l’assegno di agosto venga riscosso in contanti presso sportelli Western Union presenti nel luogo di residenza. È una verifica pratica, perché così si controllano anche i documenti personali direttamente durante la transazione. Se nemmeno questa mossa porta a un esito positivo entro metà agosto, la pensione si blocca da settembre in poi. Insomma: chi non collabora rischia di restare senza assegno, con tutti i disagi del caso.
Come funziona la certificazione e le alternative al modulo cartaceo
Ci si aspetta che il pensionato riceva direttamente a casa un pacchetto con il modulo da compilare e una lettera esplicativa sulle modalità della procedura. La firma va apposta davanti a un testimone autorizzato nel Paese dove si vive, magari un funzionario consolare italiano o una figura locale che abbia i poteri di autenticazione. Se le autorità locali non riconoscono la certificazione classica, si può usare un’alternativa valida, rilasciata da enti pubblici, purché sia chiaro a cosa serve. Spesso capitano problemi legati proprio alle firme, per esempio quando manca il riferimento all’ente di appartenenza del certificatore: in questi casi si applica un po’ di flessibilità ragionata, per non bloccare tutto.

Il modulo compilato – accompagnato dalla copia di un documento d’identità valido – dovrà essere spedito all’indirizzo indicato nella comunicazione entro la scadenza stabilita. Ma la parte cartacea è solo un lato della medaglia. Citibank, infatti, ha introdotto soluzioni digitali per snellire i controlli. In Paesi come Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti, ad esempio, si può utilizzare una piattaforma online, dove gli operatori dei patronati abilitati certificano elettronicamente i moduli. C’è anche la possibilità di videochiamate con rappresentanze diplomatiche italiane: il pensionato invia il modulo in formato digitale al consolato e poi, in diretta, un funzionario verifica l’identità mostrando il documento originale. Questo sistema accelera, tagliando la burocrazia tradizionale.
Per chi ha problemi di salute o vive in strutture assistenziali – dettaglio non da poco – le procedure sono adattate alle specifiche condizioni personali. Così si evita che le difficoltà diventino un ostacolo per il controllo.
Chi è escluso e cosa cambia per i pensionati all’estero
Non tutti i pensionati italiani residenti all’estero devono affrontare questo accertamento. Restano esclusi, per esempio, quelli per cui esistono già sistemi automatici di scambio di dati con enti previdenziali esteri, chi ha già ritirato la pensione in contanti di recente, e chi ha pagamenti sospesi a causa di verifiche ancora in corso. In pratica, il lavoro si concentra soltanto su chi ha davvero bisogno di controlli attivi.
Il sistema – che combina metodi tradizionali e tecnologie digitali – funziona bene: garantisce un quadro chiaro e trasparente per il pagamento delle pensioni agli italiani fuori dall’Italia. Le verifiche a lotti, divise per aree geografiche, sono fatte pensando alle condizioni particolari di ciascuna zona e ai bisogni specifici dei pensionati: un equilibrio tra efficienza e rispetto delle persone. Il risultato? Un rapporto di fiducia e protezione fra enti previdenziali e beneficiari, mica poco.
Chi vive lontano dall’Italia sa bene che bisogna stare attenti alle scadenze e ai modi di rispondere. Anche un solo ritardo o passaggio saltato può far smettere di arrivare la pensione all’improvviso, con effetti immediati sulla quotidianità. In un contesto dove digitale e sistemi tradizionali vanno – diciamo – a braccetto, ecco che la gestione si fa più snella, pur tenendo conto di migliaia di persone sparse in tutto il mondo.