Pedalare in Svizzera vuol dire entrare in un sistema di mobilità efficiente che abbina la bicicletta a paesaggi montani curati e ben organizzati. L’itinerario si snoda su ciclovie precise, mostrando ambienti alpini autentici e infrastrutture create per chi viaggia a due ruote. L’intesa tra automobilisti e ciclisti – non un dettaglio da poco – garantisce sicurezza lungo il tragitto. Non mancano ristoranti e alloggi adatti a ogni tasca, rendendo il viaggio accessibile e piacevole. Curioso è il modo in cui si integra il trasporto pubblico: treni in cui le bici sono benvenute, un’alternativa comoda davanti a maltempo o stanchezza. Le piste ciclabili attraversano ogni cantone svizzero e, in questa proposta, il tratto Nord-Sud No.3 si percorre in senso inverso, per valorizzare la storica salita al Passo del San Gottardo lungo la celebre “Tremola”. Partenza da Chiasso, ritorno semplice in treno, comodo davvero.
Il primo tratto: da Chiasso a Bellinzona tra laghi e borghi
Si parte da Chiasso, alla stazione ferroviaria, in riva al fiume Faloppia. Qui il ciclo itinerario CH3 è ben segnalato. Attraverso i vicoli tipici di Mendrisio si procede lungo il fiume Mendrisiotto, arrivando a Riva San Vitale e Capolago: affacciate sul Lago di Lugano, due piccoli gioielli lacustri. La strada poi sale verso Bissone; e qui si attraversa il lago per raggiungere Melide, celebre per Swissminiatur, un parco che riproduce – in scala – i monumenti più noti della Svizzera. Da non perdere il centro di Morcote, con i suoi eleganti portici e la chiesa di Santa Maria del Sasso, che risale al XIII secolo. La strada si fa più impegnativa; costeggia il Monte Brè, regalando scorci su porticcioli e aree balneabili del Lago di Lugano, fino ad arrivare alla zona di Agno.
Il percorso passa vicino all’aeroporto di Lugano e segue il fiume Vedeggio, attraversando villaggi come Taverne, Mezzovico e Rivera fino al Passo di Monte Ceneri. Qui gli ampi tratti ciclabili e i piccoli paesi sono una vera boccata d’aria, ideale per una sosta. Tagliando Cadenazzo nella pianura di Magadino, si segue poi il corso del Ticino fino a Bellinzona. La città non solo offre servizi e ospitalità, ma spicca per il suo centro storico, con case settecentesche, portici caratteristici e balconi in ferro battuto. I tre castelli di Sasso Corbaro, Montebello e Castelgrande – patrimonio dell’umanità UNESCO – dominano la scena. Circa 70 km tra saliscendi con un dislivello intorno ai 689 metri, ottimo per abituarsi al terreno e alle salite che verranno.

Dal Ticino al cuore alpino: Bellinzona, Airolo e il San Gottardo
Bellinzona ad Airolo, ecco un passaggio che fa sentire il cambio di scenario: da pianure a vallate alpine più ripide, specialmente nella Valle Leventina. Il viaggio parte dalla stazione di Bellinzona nel quartiere Arbedo-Castione, dove si incrociano i percorsi No.3 e No.6. Oltre il ponte sul Moesa, ci si immerge in verdi distese e panorami ampi, fino a Biasca, famosa per le cascate di Santa Petronilla, perfette per una pausa rinfrescante. A Giornico si incontrano tracce di storia importanti: ponti romani, edifici in pietra, la chiesa romanica di San Nicolao, che rendono il territorio ricco di fascino culturale.
L’itinerario cambia sponda sul Ticino, attraversando zone più isolate e boschive fino a Faido. Qui si può deviare per la cascata Piumogena, un luogo meno noto, ideale per chi cerca un contatto più intimo con la natura. Il percorso prosegue verso Fiesso, lungo statale e pista ciclabile, fino ad Ambrì e quindi ad Airolo, incastonato fra valli alpine che preparano alla salita del famoso Passo del San Gottardo. Il tratto copre circa 66 km con un dislivello importante di 1152 metri, una vera prova per le gambe e la resistenza di chi vuole mettersi alla prova in ambiente alpino.
Passi alpini e discese panoramiche fino a Lucerna
Da Airolo al Passo del San Gottardo si affronta la “Tremola”, una strada lastricata di pavé lunga 13 km con un dislivello di 923 metri che porta fino a 2106 metri di quota. Accanto al passo si trova il Museo Sasso San Gottardo, che racconta con precisione la storia e l’ambiente locale, con un approccio tecnico, dettaglio non da poco. La discesa conduce a Hospental, riconoscibile per la sua torre medievale del XII secolo, e poi ad Andermatt, centro noto per la moderna architettura della stazione sciistica.
Per chi cerca una sfida in più, da Hospental si può deviare verso Realp e affrontare il Passo Furka, con una salita di 12 km e quasi 900 metri di dislivello, per poi ricongiungersi all’itinerario principale. Da Andermatt il percorso segue la ciclabile lungo il fiume Reuss e la vecchia strada che attraversa la gola della Scöllenen, dove spicca il Ponte del Diavolo, costruito nel 1830. Il tragitto passa per villaggi ricchi di chiese e cappelle storiche, come Wassen ed Erstfeld, custodi di preziose testimonianze architettoniche e religiose. Si prosegue fino ad Altdorf, dove campeggia la statua di Guglielmo Tell, e poi Fluelen, con la vista sul Lago dei Quattro Cantoni, cuore pulsante della Svizzera.
Il ciclo-viaggio termina a Lucerna, famosa per il Kapellbrücke, ponte coperto in legno risalente al 1300. La città merita una visita approfondita con chiese, vicoli storici e le fortificazioni. È possibile anche fare un’escursione in battello verso località come Weggis o Vitznau, con la salita in cremagliera fino alla cima della Rigi Kulm, a 1797 metri di altitudine, cosa che arricchisce l’esperienza complessiva. L’ultimo tratto copre circa 100 km con un dislivello di 706 metri, un mix bilanciato di salite moderate e discese suggestive, combinando natura e storia lungo il cammino.
Chi vive in città spesso ignora la stretta collaborazione tra piste ciclabili e linee ferroviarie qui intorno. Diciamo che quasi ovunque la rete ferroviaria corre parallela alle ciclovie, esclusa la salita al Passo del San Gottardo, e questo rende il treno un’opzione valida quando piove o la stanchezza pesa troppo. Strutture ricettive bike friendly non mancano, insieme a piccoli bar dove lasciare attrezzature e borse: un aiuto concreto nelle salite dure. Usare mappe digitali aggiornate e avere un’assicurazione contro gli infortuni sono precauzioni da considerare sempre, visto che il meteo alpino cambia rapidamente e può stravolgere il viaggio, specie in quota media.