Questo tipo di turismo invernale non era previsto, ma sta cambiando l’economia del paese adesso

Le località montane italiane, da sempre attrattive durante il periodo invernale, stanno registrando una stagione superiore alle aspettative. Nei comprensori più frequentati, sono previsti quasi 30 milioni di arrivi con oltre 93 milioni di presenze. Questi dati segnano un aumento significativo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un impatto diretto sulla spesa generata dal turismo invernale. A guidare questa crescita è soprattutto la domanda dall’estero, che ha mostrato una forte ripresa. L’insieme delle cifre racconta di un settore che non solo si è ristabilito, ma evidenzia una espansione sostenibile e continua.

Il turismo invernale in italia torna a crescere con numeri importanti

Questi risultati indicano un chiaro segnale: il turismo invernale sta vivendo un rilancio che supera il semplice riavvio delle attività tradizionali, come gli impianti sciistici e le località montane consolidate. Con un +14,3% delle presenze rispetto allo scorso anno, il settore non solo recupera i livelli pre-pandemia, ma si sviluppa ulteriormente. L’aspetto economico è altrettanto significativo. La spesa complessiva per la stagione invernale si aggira intorno ai 14,8 miliardi di euro, con un aumento del 9,1% rispetto al precedente ciclo. Questo flusso economico interessa direttamente categorie come hotel, ristorazione, trasporti e servizi connessi agli impianti da sci.

Questo tipo di turismo invernale non era previsto, ma sta cambiando l'economia del paese adesso
Una freccia di banconote simboleggia la crescita economica. Il turismo invernale registra un aumento, superando le aspettative. – abbaziasantamaria.it

Le comunità locali vedono in questo incremento una fonte primaria di sostentamento. Va osservato come questa crescita economica sia dovuta non solo a un maggior numero di turisti, ma anche all’aumento della spesa media per visitatore. In particolare, i turisti stranieri contribuiscono con una capacità di spesa più elevata, influenzata inoltre dall’andamento dei prezzi in settori chiave quali alloggi, skipass, ristorazione e servizi accessori.

Il ruolo decisivo dei turisti stranieri nella ripresa

I dati mostrano chiaramente l’importanza del turismo internazionale: circa 14,4 milioni di visitatori stranieri hanno scelto l’Italia come meta invernale, generando più di 52 milioni di pernottamenti, con un aumento vicino al 29% rispetto all’anno precedente. Questo conferma la capacità del Paese di attrarre pubblico anche nella stagione più fredda, non solo chi pratica sport sulla neve ma anche viaggiatori interessati a enogastronomia, cultura, natura, borghi e altre esperienze.

Un elemento spesso trascurato è la più alta spesa media dei turisti stranieri, orientata verso alloggi di qualità, buona ristorazione e servizi aggiuntivi. L’incoming internazionale rappresenta dunque un motore fondamentale per la solidità di questi risultati. Senza questo contributo, la stagione difficilmente raggiungerebbe tali livelli.

Economia e lavoro: i benefici di un inverno più lungo e stabile

Il buon andamento del turismo invernale segue a una stagione estiva positiva a livello di presenze e flussi in molte regioni italiane. Una stagione invernale di successo contribuisce a ridurre la stagionalità, favorendo una maggiore continuità nell’occupazione e nell’economia turistica durante tutto l’anno. Questa riduzione del divario stagionale rafforza la stabilità del settore, evitando il rischio di concentrare attività e occupazione solo in pochi mesi estivi.

Una stagione invernale robusta genera un aumento dell’occupazione stagionale e stimola investimenti nelle strutture ricettive, nella ristorazione e nei trasporti. Consente inoltre di ampliare l’offerta turistica con proposte legate al turismo slow, all’enogastronomia e alle esperienze locali. Questa evoluzione può avere ricadute positive anche sul PIL e spinge regioni meno tradizionalmente invernali, comprese quelle del Sud Italia, a diversificare e ampliare le proprie attrattive. Non si tratta più solo di neve e sci, ma anche di cultura, gastronomia e turismo attivo, una tendenza che molti italiani stanno già vivendo nelle proprie vacanze.

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