Il Ministero della Cultura ha aperto un nuovo bando che rappresenta una delle selezioni più rilevanti nel settore culturale italiano degli ultimi anni. Sono disponibili 1.800 posti per assistenti diplomati, che saranno assunti con contratto a tempo pieno e indeterminato. Le sedi di lavoro sono distribuite in tutto il territorio nazionale, con una maggiore concentrazione in Campania, Lazio e Toscana, regioni dove la figura dell’assistente avrà un ruolo centrale nelle attività di vigilanza e supporto ai beni culturali. Questo processo selettivo è rivolto a chi possiede almeno un diploma di scuola secondaria di secondo grado, requisito indispensabile per candidarsi.
Il bando prevede inoltre specifiche riserve a favore di categorie protette, come persone con disabilità ai sensi della legge 68/1999, volontari delle Forze Armate e operatori del servizio civile universale. Anche chi ha maturato precedenti esperienze con contratti a tempo determinato per almeno 36 mesi nello stesso ente può accedere a queste riserve, che potranno coprire fino al 50% dei posti disponibili. I requisiti generali includono cittadinanza italiana o UE, il pieno godimento dei diritti civili e politici, assenza di condanne penali e provvedimenti disciplinari in ambito pubblico, oltre all’idoneità fisica. La scadenza per presentare le domande è fissata al 10 gennaio 2026, termine tassativo che spesso viene sottovalutato ma resta inderogabile per la partecipazione.

Come presentare domanda e requisiti indispensabili
La domanda deve essere inoltrata esclusivamente tramite la piattaforma digitale inPA, che gestisce i concorsi pubblici per gli enti statali italiani. Per candidarsi è necessario registrarsi, compilare il curriculum digitale e autenticarsi con credenziali come SPID, CIE, CNS o eIDAS. Nel modulo di iscrizione vanno inseriti i dati anagrafici, il codice fiscale, il titolo di studio con l’attestato valido, il codice concorso scelto (assistente vigilanza o tecnico), eventuali titoli preferenziali o riservati, e le dichiarazioni obbligatorie riguardo l’assenza di condanne o incompatibilità con la funzione pubblica.
Un elemento fondamentale è rappresentato dall’obbligo di possedere una posta elettronica certificata (PEC) o un domicilio digitale intestato al candidato, necessario per ricevere tutte le comunicazioni ufficiali legate alla procedura concorsuale. Inoltre, per completare la domanda è previsto un contributo di partecipazione di 10 euro: il mancato versamento comporta l’esclusione automatica dal concorso. La ricevuta di invio con la data precisa certifica la validità della candidatura, un dettaglio tecnico che chi si affaccia per la prima volta al mondo dei concorsi pubblici a volte trascura.
È possibile richiedere tempi aggiuntivi o ausili specifici per i candidati con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento, presentando la documentazione sanitaria in formato PDF. La valutazione di queste richieste è svolta da commissioni specializzate, secondo le normative vigenti, per garantire condizioni adeguate durante la prova. Tutte le comunicazioni successive, incluse convocazioni e risultati, vengono pubblicate sul portale inPA e hanno valore legale.
La prova d’esame e le materie di studio previste
La selezione si articola in una prova scritta unica, distinta per i profili di assistente vigilanza e tecnico ma organizzata in modo uniforme. Lo svolgimento avviene tramite piattaforme digitali anche in sedi periferiche, con 60 minuti a disposizione per rispondere a 40 quesiti a risposta multipla. Le risposte corrette attribuiscono punteggio, quelle errate penalizzano, mentre le risposte mancanti non incidono sul punteggio. La valutazione massima è di 30 punti, con la soglia di superamento fissata a 21 punti.
Gli argomenti della prova includono materie comuni, come diritto costituzionale e amministrativo, e normative specifiche relative alla pubblica amministrazione, accanto a elementi tecnici e di vigilanza. Chi vive in città italiane lo coglie ogni giorno: la preparazione accurata su queste tematiche è indispensabile per rientrare nella graduatoria finale. Quest’ultima ordina i candidati in base al punteggio conseguito e determina l’assegnazione alle sedi di lavoro secondo le preferenze espresse in fase di domanda.
Il superamento della selezione porta all’assunzione a tempo indeterminato con contratto a tempo pieno, consolidando un percorso di stabilità professionale. Questo processo sta contribuendo a un cambio significativo nel personale del Ministero della Cultura, con effetti evidenti sulle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale ripartito nei territori. Un dato che emerge chiaramente in molte città italiane coinvolte in questa nuova fase di reclutamento.