Attraversare la Maremma significa immergersi in un luogo dove l’arte esce dagli spazi consueti, intrecciandosi con paesaggi selvaggi e ancora intatti. Qui non troverete le stanze silenziose di un museo tradizionale: l’arte si plasma tra roccia, vegetazione aspra e le brezze che arrivano dal mare, dialogando senza filtri con la natura intorno. Quando si cammina su quei sentieri che scorrono tra uliveti e dune affacciate sul mare, quel legame tra opere e territorio si sente concreto.
Forze naturali come il vento o la pioggia hanno modellato la Maremma, creando scenari mutevoli che vanno dai calanchi argillosi a boschi di macchia mediterranea, fino a pianure che invitano a una pausa lenta e profonda. La luce giusta – quella del mattino, o delle ultime ore del pomeriggio – risveglia i colori dei materiali naturali e delle sculture all’aperto. Uno dei luoghi più celebri? Il Giardino dei Tarocchi a Capalbio, dove 22 sculture prendono ispirazione dagli Arcani Maggiori, trasformando la collina in uno spazio suggestivo, quasi magico. Per chi ama l’arte che si fonda col paesaggio, è quasi un obbligo visitarlo.
L’itinerario artistico prosegue sulle pendici del Monte Amiata: qui si nasconde il Giardino di Daniel Spoerri, con oltre cento installazioni firmate da una cinquantina di artisti diversi. L’arte in questo contesto appare delicata, quasi mimetica, nascosta tra pietre e alberi, senza mai sopraffare la natura. Passeggiare in mezzo a queste opere significa avvertire un intenso legame tra creatività e ambiente. Un’esperienza che lasciava un segno profondo a chi ho incontrato, a chi l’ha vissuta davvero.

Tra mandrie, butteri e tradizioni che resistono
Nel cuore del Parco Naturale della Maremma, dove il tempo sembra scorrere diversamente, sopravvivono mestieri antichi, profondamente legati a questa terra. I butteri sono i guardiani delle mandrie di vacche maremmane, una figura che rappresenta molto più di un ruolo agricolo: portano con sé un patrimonio culturale vivo. Quelle vacche, riconoscibili per le corna a lira, vivono libere tra colline e pianure in un equilibrio che mantiene uno scenario ormai raro. La Spergolaia, nella zona di Alberese, è uno dei punti di riferimento che custodisce questi saperi – controllando figli e genealogie degli animali e mantenendo cura alta.
Osservare il lavoro dei butteri è un mix di calma e metodo: niente spettacoli teatrali, ma un’attività concreta e necessaria per l’ecosistema locale e la vita produttiva. La primavera o l’autunno sono i momenti migliori, quando la luce risalta il paesaggio e la vegetazione si veste di colori nuovi. Qualche realtà locale organizza passeggiate a cavallo e dimostrazioni pratiche, offrendo un contatto diretto con questi riti rispettosi di ambiente e animali. Nel momento in cui il sole cala e i pascoli si tingono d’arancio, emerge l’immagine di una Maremma vera, senza filtri, ben lontana dai soliti cliché turistici.
Cibo locale, identità e gestione sostenibile
La cucina maremmana racconta molto del territorio, con una rete di filiere corte e un legame profondo con le tradizioni locali. La rete Vetrina Toscana riunisce produttori e realtà che puntano alla qualità, senza scordare l’ambiente. A Grosseto, al Welcome Point, o a Follonica, nel Mercato coperto di Qualità (MeQ), chi vuole può incontrare direttamente chi produce e assaggiare sapori autentici senza compromessi.
Sempre tra le specialità locali, spicca l’acquacotta: un piatto semplice fatto con pane raffermo, cipolle e erbe di campagna, a volte arricchito da un uovo in camicia. I tortelli maremmmani invece si distinguono per un ripieno di ricotta e spinaci, avvolti da un ragù che richiama la tradizione casalinga. Non mancano prodotti come il Pecorino Toscano DOP, stagionato seguendo metodi antichi, che sfrutta l’ambiente unico delle vigne salmastre, o l’olio extravergine di oliva di Seggiano DOP, prodotto da ulivi secolari con un aroma intenso e deciso.
Un altro pezzo forte è la castagna del Monte Amiata IGP, facilmente riconoscibile per la buccia liscia e la polpa dolce, adatta sia a essere cotta che trasformata in farina. Non scherza il Morellino di Scansano DOCG, un rosso corposo e robusto, perfetto da abbinare a carni allevate come una volta. Nei borghi di Magliano e Roccalbegna si possono ancora trovare trattorie senza misurazioni precise, basandosi su esperienza e memoria del gusto. A Pitigliano e nei dintorni, il legame col cibo risale ai tempi antichi: le case scavate nel tufo e le cooperative storiche sono testimoni di una cultura contadina vissuta con passione e mantenuta intatta.
L’intero territorio invita – in ogni stagione – a scoprire i suoi sapori con calma, mostrando un atteggiamento di rispetto e attenzione che serve per proteggere quel valore. Tra tradizione e rinnovamento, la Maremma si presenta così: un luogo dove sostenibilità e tutela del paesaggio sono più che parole, ma una pratica concreta.